Che cos’è la IEO: ottimizzare la reputazione sul web in 5 step

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crisis management-brand reputation

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La IEO, influence-engine-optimization è, letteralmente, l’ottimizzazione della “reputazione” online per i motori di ricerca. Dalla SEO alla IEO, dunque, un passaggio che sembrerebbe inevitabile con l’ascesa sempre più incisiva dei Social network e le loro logiche legate al passaparola e al “social engagement”.

Ecco di seguito, 5 step fondamentali ed articolati su come e cosa fare in questi casi, ma anche il perché farlo: 

  • 1.  Parola d’ordine, influenzare gli utenti

Parola d’ordine, produrre contenuti ed attivare comportamenti in rete che siano in grado di influenzare gli utenti verso la scelta di prodotti, soluzioni e servizi attraverso più livelli di convinzione: si acquista un prodotto non solo perché serve ed è utile, ma perché ci si fida dell’azienda, si condividono i suoi valori. All’interno di questo paradigma non ci sono soltanto le classiche logiche di fidelizzazione, ma subentra una componente emotiva, che trova le sue radici nel modo di essere e di percepire le cose degli utenti stessi.

Essi sono seguiti, monitorati costantemente. Si individuano le scelte, gli atteggiamenti, le opinioni, i sentimenti, l’approccio al contesto digitale in generale.

 

  • 2.   Costruzione della reputazione online in base al gradimento degli utenti

online brand reputation

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Sul fronte aziendale, invece, il lavoro svolto riguarda la costruzione o ricostruzione di una reputazione online in cui ci siano tutti gli elementi che possono essere graditi al pubblico.

La definizione di “pubblico”, per quanto concerne il web, è piuttosto estesa e variegata: il pubblico web (2.0), quindi gli utenti che sul web navigano ed interagiscono con contenuti di ogni tipo, è una versione tecnologicamente avanzata e modificata del classico pubblico che osserva un film, uno spettacolo, un concerto. Le sue azioni sono molto più incisive e determinanti per il destino di un’azienda, di un prodotto e per la sua stessa immagine; opinioni, recensioni, commenti, si propagano in rete ad altissima velocità, la fruizione dei contenuti è veloce e spesso non si pensa più di tanto.

Di frequente si accede ai contenuti veicolati sul web dai dispositivi mobile, dove la lettura e la fruizione degli stessi diventa ancora più veloce. Le azioni che si compiono, di conseguenza, sono in genere istintive. Non parliamo più di minuti, ma tutto si gioca in pochissimi secondi.

La IEO diventa quindi una soluzione molto importante per le esigenze di immagine delle aziende che vogliono affermarsi sul web e trovare la loro via per monetizzare istillando fiducia negli utenti. L’ottimizzazione della reputazione e dell’influenza per i motori di ricerca ha visto nascere un’azienda come Buzzoole, che si è auto definita la prima piattaforma IEO in Italia. Senza dubbio nata da un’idea innovativa, e dal ruolo determinante degli influencer nella brand reputation.

 3.   Capacità nel gestire e prevenire gli epic fail

 

volkswagen scandal on web

volkswagen scandal on web

Un’azione sbagliata sul web, nei confronti di fallowers può essere fatale all’immagine di un’azienda e determinarne anche il crollo economico. L’incapacità di gestire la reputazione online con gli strumenti adeguati è spesso alla base dei cosiddetti epic fail: le aziende si trovano davanti a clamorosi fallimenti d’immagine e sono costretti a rimediare, cercando di riconquistare la fiducia di chi li segue allargando il più possibile il bacino d’utenza.

Va da sé che ottimizzando la brand reputation, un sito web attraverso la risonanza sui social network, ad esempio, vedrà crescere anche i suoi risultati in termini di posizionamento. Infatti, le logiche del posizionamento sui motori di ricerca prevedono senza alcun dubbio che, nei confronti di un fenomeno che acquista una certa cassa di risonanza sul web, ci sia un certo successo di performance.

 4.   Lavorare con la crisis management

scandalo volkswagen

scandalo volkswagen

Gran parte del lavoro svolto da piattaforme come Buzzoole verte sulla ricerca dei cosiddetti “top influencer”, in grado di rinverdire la reputazione di aziende, comunità, gruppi: in sostanza di tutti quelli che cercano un’affermazione di qualunque tipo sul web. C’è chi vuole vendere, chi cerca più adesioni per una campagna legata a tematiche del terzo settore (quindi sociali), chi ha bisogno di una raccolta fondi per determinati progetti e così via.

influncer marketing

influncer marketing

La crescita della reputazione online è direttamente proporzionale alla capacità degli influncer di individuare le giuste tematiche e le azioni con cui lavorare, fabbricando contenuti ad hoc per le specifiche esigenze. Infatti, sotto questo punto di vista, gli influencer sono veri e propri creativi e non semplici “trend setter”.

Le caratteristiche fondamentali di un influencer, pertanto, sono:

 

  • L’avere una preparazione fuori dal comune o comunque superiore alla media nei confronti di ciò che fa 
  • Essere dei trend setter: in sostanza, lanciare mode o decretarne la fine 
  • Avere tantissime connessioni sui social network e soprattutto con chi conta 
  • Godere della fiducia degli utenti 
  • Avere tantissimi interessi e una cultura a 360° 

Basta pensare ad uno scandalo come quello Volkswagen e al suo impatto negativo sulla comunità web; l’81% delle persone via social network, ad esempio, ha criticato il brand: di conseguenza, vendite ed immagine sono crollate.

Tra gli epic fail italiani più noti: mediabuzz.it

 

epic fail management

epic fail management

Risollevarsi da un epic fail sui social media, ad esempio, è durissima. In questi casi si parla di “crisis management”: prima di avere a che fare con un influencer che sia in grado di risollevare le nostre sorti sul web, ci si affida ad un esperto in questo genere di crisi. In questi casi, quando lo sbaglio è palese, occorre ricordare che il web e i motori di ricerca hanno una memoria a lungo termine per i fatti negativi. Per scacciare via la reputation negativa occorre mettere in pratica un piano preciso, basato anche su una lista di keywords sulle quali si desidera essere posizionati in modo da “riscrivere la propria storia sul web”.

 

 5.   Adattarsi al linguaggio dei vari social network

infuencer marketing

infuencer marketing

La seo può venire in aiuto alla IEO, ma bisogna sapere esattamente cosa fare. Se, come dicevamo, bisogna riscrivere la propria storia sul web, quindi fare dello storytelling strategico che possa veicolare consenso e fiducia nei nostri confronti da parte degli utenti e fallowers, occorre farlo nei diversi linguaggi del web che sono poi i linguaggi dei vari social network.

Youtube, facebook, twitter, pinterest e così via, usano linguaggi ed approcci diversi ed occorre adeguarsi. Non farlo equivale ad un fallimento annunciato. La gestione di un epic fail o della brand reputation passa quindi dalle logiche della IEO in associazione alla SEO.

Infatti, i risultati di ricerca di Google, sia per quanto riguarda la ricerca a lungo termine che la instant search, rifletteranno lo stato delle cose, quindi i sentimenti degli utenti, i loro discorsi, le loro lamentele.

In un prossimo post, parleremo di come fare per gestire al meglio un epic fail e quali errori evitare in una campagna di social reputation per le aziende.

 

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