Oltre il posizionamento sui motori: Facebook sposa il Data Marketing

La nuova mossa di Facebook va oltre il posizionamento sui motori: con il data marketing, la pubblicità diventa più che personalizzata, ritagliata su misura sui nostri movimenti ed acquisti, anche in negozio.
Il nuovo servizio per gli annunci, Partner Categories, lanciato da Facebook per il momento solo negli Stati Uniti, prevede un accordo con i colossi del Data marketing – nati tutti in epoca pre web e impegnati a tergetizzare i dati su vendite e transazioni offline, fornendo elementi utili alle aziende che producono beni di consumo - che forniranno al più grande Social Network del mondo i dati sensibili sulle abitudini e le tendenze al consumo offline di varie categorie di consumatori.

posizionamento siti internet | Data marketing
Questo significa andare oltre i movimenti espressi sul web, condizionati da contenuti e da parole chiave pertinenti al proprio settore di ricerca. Significa anche superare il motore di ricerca interno a Facebook Graph Search. Le logiche del posizionamento siti internet con il nuovo accordo per gli annunci sembrerebbero non avere più molto senso. In realtà, la nuova strategia commerciale di Facebook non intacca di molto le più performanti strategie seo, perché si tratta di due metodi di analisi diversi e complementari. In sostanza, i dati storici sugli acquisti on line ed offline si amalgamano tra loro, creando una sorta di “storico dei consumatori” utilizzato dal mondo della pubblicità per aumentare le vendite con annunci mirati su Facebook.
Chi acquista su Internet, infatti, è motivato dalla comodità, dal risparmio, dalla possibilità di trovare facilmente sia a livello locale che globale i beni e servizi che cerca. Il Data marketing, basato sul modello americano, utilizza sinergie che per il mercato italiano e per le normative che regolano la privacy, al momento, risultano ancora troppo invasive.
Tornado al servizio Partner Categories, questo non mina il diritto alla privacy dei consumatori americani, dal momento che ciò che si conosce, della mole di clienti che acquista in un negozio piuttosto che in un altro, è relativo alla quantità ed alle tendenze di acquisto e non all’identità personale dei consumatori. In Italia, come sottolineato dal garante per la privacy in seguito ad una recente istruttoria, la privacy rientra, invece, fra i diritti fondamentali della persona e non del consumatore, come negli Stati Uniti e per questo, almeno per il momento, il nuovo servzio di Facebook non può essere sperimentato anche da noi con la stessa disinvoltura.
Insem Spa, Specialisti nel Web Marketing
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